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Il culto di famiglia

2,00

La spiritualità familiare, che dipende non poco da come il suo capo guida quotidianamente la famiglia nell’adorazione alla presenza di Dio, è una delle più potenti strutture che il Dio del patto abbia stabilito per l’espansione della redenzione attraverso le generazioni, affinché innumerevoli moltitudini possano essere condotte alla comunione ed all’adorazione del Dio vivente per mezzo di Gesù Cristo. Douglas Kelly

“Oggi molte chiese sono malate. Confondiamo i benefici personali con la crescita spirituale. Confondiamo la mera esaltazione con la vera adorazione. Diamo grande importanza all’essere accettati da parte del modo, anziché ad una vita che susciti l’ostilità del mondo.” – Mark Dever

ISBN: 978-88-88428-11-6 Tematiche: , ,

Indice

  1. I fondamenti teologici del culto di famiglia
  2. Il dovere di svolgere il culto di famiglia
  3. Come realizzare il culto di famiglia
  4. Obiezioni al culto di famiglia
  5. Perché è un bene effettuare il culto di famiglia

Autore

Joel Beeke è pastore della Heritage Netherlands Reformed Congregation, Grand Rapids, Michigan (Stati Uniti). Professore di teologia Sistematica e di Omiletica presso il Puritan Reformed Theological Seminary e direttore della rivista The Banner of Sovereign Grace Truth. È autore di 26 libri. Joel è sposato con Mary ed hanno tre figli. Vogliamo vedere un risveglio tra i nostri ragazzi? Ebbene, ricordiamo che Dio usa spesso il ripristino del culto nelle famiglie per suscitare un risveglio della chiesa.

Descrizione

CAPITOLO 1

I fondamenti teologici del culto di famiglia.

Ogni chiesa desidera crescere. Stranamente, però, poche chiese cercano di promuovere la crescita interna insistendo sulla necessità di allevare i propri figli nella verità della Parola. Pochi comprendono seriamente i motivi per cui tanti adolescenti finiscono per diventare membri soltanto nominali, con una fede puramente nozionistica, o il perché questi abbandonino la fede evangelica preferendo dottrine e culti non biblici.

Credo che una delle ragioni principali di tale insuccesso sia la scarsa importanza che viene data al culto di famiglia. In molte chiese e case, il culto di famiglia è considerato un fatto facoltativo o, tutt’al più, un esercizio superficiale, tipo una breve preghiera prima dei pasti. Di conseguenza, molti adolescenti crescono senza alcuna esperienza di fede profonda e di pietà cristiana quali realtà quotidiane. Quando i miei genitori festeggiarono il loro cinquantesimo anniversario di matrimonio, tutti noi cinque figli decidemmo di esprimere loro la nostra gratitudine per qualche cosa di specifico, senza consultarci preventivamente tra noi. Sorprendentemente, ciascuno di noi cinque ringraziò nostra madre per le sue preghiere e tutti e cinque ringraziammo nostro padre per averci guidato nel culto di famiglia ogni domenica pomeriggio. Mio fratello agggiunse: “Papà, il ricordo più lontano che ho sono le lacrime che scendevano sul tuo volto quando, leggendo dal libro Il pellegrinaggio del cristiano, ci insegnavi come lo Spirito Santo guida i credenti. Quando avevo tre anni, Dio ti usò durante il culto di famiglia per convincermi che il cristianesimo era una realtà. Per quanto mi sia sviato negli anni che seguirono, non avrei mai potuto seriamente dubitare della concretezza del cristianesimo, e voglio ringraziarti per questo”.

Vogliamo vedere un risveglio tra i nostri ragazzi? Ebbene, ricordiamo che Dio usa spesso il ripristino del culto nelle famiglie per suscitare un risveglio della chiesa. Per esempio, il patto fraterno della Congregazione Puritana di Dorchester, Massachusetts, del 1677 comprendeva l’impegno “di riformare le nostre famiglie, sforzandoci personalmente, con cura scrupolosa, di stabilire e di mantenere in esse il culto di famiglia; e di camminare nelle nostre case con cuori integri nel fedele svolgimento di tutti i compiti domestici,’educando, istruendo e responsabilizzando i nostri ragazzi, ed i familiari tutti, a camminare nelle vie del Signore”.

L’andamento della famiglia influenza quello della chiesa e l’andamento della chiesa quello della nazione. Il culto di famiglia rappresenta uno dei fattori decisivi nell’andamento della casa.

Naturalmente non è l’unico fattore. Esso non sostituisce le altre responsabilità dei genitori; senza il loro esempio il culto di famiglia risulterebbe vano. E’ di cruciale importanza l’insegnamento spontaneo impartito durante la giornata, ma è altrettanto importante il regolare svolgimento del culto di famiglia che rimane il fondamento dell’istruzione biblica dei ragazzi.

In questo libretto esamineremo il culto di famiglia sotto cinque aspetti:

(1) i suoi fondamenti teologici;

(2) l’obbligo di svolgerlo;

(3) la sua realizzazione pratica;

(4) le obiezioni mosse nei suoi confronti;

(5) i motivi per cui è buono effettuarlo.

I fondamenti teologici del culto di famiglia sono radicati nell’essenza stessa di Dio. L’apostolo Giovanni ci dice che l’amore di Dio è inseparabile dalla Sua persona trina . L’amore traboccante di Dio supera ogni cosa. Esso comunica le sue beatitudini da una persona della Trinità alle altre. Dio non è mai stato un individuo solitario, mancante di qualcosa in Se stesso. La pienezza di luce e di amore è eternamente ripartita tra il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo.

La maestosa Trinità di Dio non deriva dal concetto terreno di famiglia ma è piuttosto quest’ ultima che fu concepita sul Suo modello. La nostra vita familiare, quindi, è un debole riflesso della vita della divina Trinità. Per tale motivo Paolo parla di “il Padre del Signor nostro Gesù Cristo, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome” (Efesini 3:14-15). L’amore tra le tre persone della Trinità era così grande dall’eternità che il Padre determinò di creare un mondo di persone che, sebbene umanamente limitate, avessero personalità che riflettessero il Figlio. Essendo conformi al Figlio, gli uomini potevano condividere la santità e la gioia benedette della vita familiare della Trinità.

Dio creò Adamo a Sua propria immagine, ed Eva da Adamo. Da essi discese l’intera famiglia umana in modo che l’umanità potesse godere di un patto d’amicizia con Dio. Come famiglia di due persone, i nostri primi genitori adoravano Dio con riverenza quando Egli camminava con loro nel giardino dell’Eden (Genesi 3:8).

Purtroppo Adamo disubbidì a Dio, trasformando la gioia dell’adorazione e dell’amicizia con Dio in preoccupazione, paura, senso di colpa e separazione. Adamo, come nostro rappresentante, deteriorò la relazione tra la famiglia di Dio e quella umana. Ma il piano di Dio non poteva essere distorto. Mentre essi erano ancora alla Sua presenza in Paradiso, Dio proclamò un nuovo patto, un patto di grazia, e parlò ad Adamo e ad Eva di Suo Figlio che, in quanto Seme della donna, avrebbe infranto il potere di Satana su di loro, assicurando ad essi le benedizioni di questo patto di grazia (Genesi 3:15). Attraverso l’ubbidienza di Cristo alla legge ed il Suo sacrificio per il peccato, Dio aprì la strada per salvare i peccatori, adempiendo allo stesso tempo la Sua perfetta giustizia. L’agnello sarebbe stato immolato al Golgota per togliere il peccato dal mondo, di modo che i miseri peccatori come noi potessero essere rigenerati per il loro vero scopo: glorificare il Dio trino, adorarLo ed avere comunione con Lui. 1 Giovanni 1:3 dice: “La nostra comunione è col Padre e col Suo figliuolo Gesù Cristo”.

Dio entra in relazione con la razza umana attraverso il principio dell’alleanza e quello della responsabilità dei capifamiglia (o rappresentanza). Nella vita quotidiana, i genitori rappresentano i figli, il padre rappresenta sua moglie ed i suoi figli, i conduttori di chiesa rappresentano i membri di essa, ed i legislatori rappresentano i cittadini. Nella vita spirituale, ogni persona è rappresentata dal primo o dall’ultimo Adamo (Romani 5 ed 1 Corinzi 15).Questo principio della rappresentanza compare dappertutto nelle Scritture. Per esempio, leggiamo come dei personaggi pii come Set, Noè e Giobbe offrivano sacrifici per conto dei loro figli (Genesi 8:20-21; Giobbe 1:5). Dio organizzò la razza umana sulla base di famiglie e tribù e trattò quasi sempre con essa attraverso il ruolo di responsabilità del padre. Così Dio disse ad Abramo: “In te saranno benedette tutte le famiglie della terra ”(Genesi 12:3).

Con Mosè continua il principio del padre che rappresenta la famiglia nell’adorazione e nella comunione con Dio. Il libro dei Numeri mostra, in maniera particolare, come Dio comunica col Suo popolo in termini di famiglie e dei loro capi.

Il padre doveva guidare la famiglia nel culto della Pasqua ed istruire i figli sul suo significato.Il ruolo di guida del padre nel culto continuò durante la monarchia in Israele ed all’epoca dei profeti dell’Antico Testamento. Per esempio, Zaccaria predisse che quando lo Spirito Santo sarebbe stato sparso in epoca successiva, tutti lo avrebbero sperimentato come lo Spirito di grazia e di supplicazione che li avrebbe spinti, famiglia per famiglia, a piangere amaramente ed a fare cordoglio.

Sono citate particolari famiglie secondo i loro capi e padri, la casa di Davide, di Levi e di Shimei (Zaccaria 12:10-14).

Il rapporto tra culto di famiglia e vita domestica continua nell’epoca del Nuovo Testamento. Pietro riaffermò la promessa fatta ad Abrahamo, il padre della fede (Romani 4:11), quando egli dichiarò ai giudei, nel suo sermone di Pentecoste, che “la promessa è per voi e per i vostri figliuoli, e per tutti quelli che sono lontani” (Atti 2:39). E Paolo, in 1 Corinzi 7:14, ci dice che la fede di un coniuge comporta lo stato di santità, di privilegio e di responsabilità dei suoi figliuoli. La chiesa del Nuovo Testamento, che comprendeva fra i membri del corpo i bambini con i loro genitori (Efesini 6:1-4), e l’esperienza di singoli credenti come Timoteo (2 Timoteo 1:5, 3:15), dimostrano l’importanza della fede e dell’adorazione nell’ambito delle famiglie.

Come conclude Douglas Kelly: “La spiritualità familiare, che dipende non poco da come il suo capo guida quotidianamente la famiglia nell’adorazione alla presenza di Dio, è una delle più potenti strutture che il Dio del patto abbia stabilito per l’espansione della redenzione attraverso le generazioni, affinché innumerevoli moltitudini possano essere condotte alla comunione ed all’adorazione” del Dio vivente per mezzo di Gesù Cristo.

Dettagli

CAPITOLO 1

I fondamenti teologici del culto di famiglia.

Ogni chiesa desidera crescere. Stranamente, però, poche chiese cercano di promuovere la crescita interna insistendo sulla necessità di allevare i propri figli nella verità della Parola. Pochi comprendono seriamente i motivi per cui tanti adolescenti finiscono per diventare membri soltanto nominali, con una fede puramente nozionistica, o il perché questi abbandonino la fede evangelica preferendo dottrine e culti non biblici.

Credo che una delle ragioni principali di tale insuccesso sia la scarsa importanza che viene data al culto di famiglia. In molte chiese e case, il culto di famiglia è considerato un fatto facoltativo o, tutt’al più, un esercizio superficiale, tipo una breve preghiera prima dei pasti. Di conseguenza, molti adolescenti crescono senza alcuna esperienza di fede profonda e di pietà cristiana quali realtà quotidiane. Quando i miei genitori festeggiarono il loro cinquantesimo anniversario di matrimonio, tutti noi cinque figli decidemmo di esprimere loro la nostra gratitudine per qualche cosa di specifico, senza consultarci preventivamente tra noi. Sorprendentemente, ciascuno di noi cinque ringraziò nostra madre per le sue preghiere e tutti e cinque ringraziammo nostro padre per averci guidato nel culto di famiglia ogni domenica pomeriggio. Mio fratello agggiunse: “Papà, il ricordo più lontano che ho sono le lacrime che scendevano sul tuo volto quando, leggendo dal libro Il pellegrinaggio del cristiano, ci insegnavi come lo Spirito Santo guida i credenti. Quando avevo tre anni, Dio ti usò durante il culto di famiglia per convincermi che il cristianesimo era una realtà. Per quanto mi sia sviato negli anni che seguirono, non avrei mai potuto seriamente dubitare della concretezza del cristianesimo, e voglio ringraziarti per questo”.

Vogliamo vedere un risveglio tra i nostri ragazzi? Ebbene, ricordiamo che Dio usa spesso il ripristino del culto nelle famiglie per suscitare un risveglio della chiesa. Per esempio, il patto fraterno della Congregazione Puritana di Dorchester, Massachusetts, del 1677 comprendeva l’impegno “di riformare le nostre famiglie, sforzandoci personalmente, con cura scrupolosa, di stabilire e di mantenere in esse il culto di famiglia; e di camminare nelle nostre case con cuori integri nel fedele svolgimento di tutti i compiti domestici,’educando, istruendo e responsabilizzando i nostri ragazzi, ed i familiari tutti, a camminare nelle vie del Signore”.

L’andamento della famiglia influenza quello della chiesa e l’andamento della chiesa quello della nazione. Il culto di famiglia rappresenta uno dei fattori decisivi nell’andamento della casa.

Naturalmente non è l’unico fattore. Esso non sostituisce le altre responsabilità dei genitori; senza il loro esempio il culto di famiglia risulterebbe vano. E’ di cruciale importanza l’insegnamento spontaneo impartito durante la giornata, ma è altrettanto importante il regolare svolgimento del culto di famiglia che rimane il fondamento dell’istruzione biblica dei ragazzi.

In questo libretto esamineremo il culto di famiglia sotto cinque aspetti:

(1) i suoi fondamenti teologici;

(2) l’obbligo di svolgerlo;

(3) la sua realizzazione pratica;

(4) le obiezioni mosse nei suoi confronti;

(5) i motivi per cui è buono effettuarlo.

I fondamenti teologici del culto di famiglia sono radicati nell’essenza stessa di Dio. L’apostolo Giovanni ci dice che l’amore di Dio è inseparabile dalla Sua persona trina . L’amore traboccante di Dio supera ogni cosa. Esso comunica le sue beatitudini da una persona della Trinità alle altre. Dio non è mai stato un individuo solitario, mancante di qualcosa in Se stesso. La pienezza di luce e di amore è eternamente ripartita tra il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo.

La maestosa Trinità di Dio non deriva dal concetto terreno di famiglia ma è piuttosto quest’ ultima che fu concepita sul Suo modello. La nostra vita familiare, quindi, è un debole riflesso della vita della divina Trinità. Per tale motivo Paolo parla di “il Padre del Signor nostro Gesù Cristo, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome” (Efesini 3:14-15). L’amore tra le tre persone della Trinità era così grande dall’eternità che il Padre determinò di creare un mondo di persone che, sebbene umanamente limitate, avessero personalità che riflettessero il Figlio. Essendo conformi al Figlio, gli uomini potevano condividere la santità e la gioia benedette della vita familiare della Trinità.

Dio creò Adamo a Sua propria immagine, ed Eva da Adamo. Da essi discese l’intera famiglia umana in modo che l’umanità potesse godere di un patto d’amicizia con Dio. Come famiglia di due persone, i nostri primi genitori adoravano Dio con riverenza quando Egli camminava con loro nel giardino dell’Eden (Genesi 3:8).

Purtroppo Adamo disubbidì a Dio, trasformando la gioia dell’adorazione e dell’amicizia con Dio in preoccupazione, paura, senso di colpa e separazione. Adamo, come nostro rappresentante, deteriorò la relazione tra la famiglia di Dio e quella umana. Ma il piano di Dio non poteva essere distorto. Mentre essi erano ancora alla Sua presenza in Paradiso, Dio proclamò un nuovo patto, un patto di grazia, e parlò ad Adamo e ad Eva di Suo Figlio che, in quanto Seme della donna, avrebbe infranto il potere di Satana su di loro, assicurando ad essi le benedizioni di questo patto di grazia (Genesi 3:15). Attraverso l’ubbidienza di Cristo alla legge ed il Suo sacrificio per il peccato, Dio aprì la strada per salvare i peccatori, adempiendo allo stesso tempo la Sua perfetta giustizia. L’agnello sarebbe stato immolato al Golgota per togliere il peccato dal mondo, di modo che i miseri peccatori come noi potessero essere rigenerati per il loro vero scopo: glorificare il Dio trino, adorarLo ed avere comunione con Lui. 1 Giovanni 1:3 dice: “La nostra comunione è col Padre e col Suo figliuolo Gesù Cristo”.

Dio entra in relazione con la razza umana attraverso il principio dell’alleanza e quello della responsabilità dei capifamiglia (o rappresentanza). Nella vita quotidiana, i genitori rappresentano i figli, il padre rappresenta sua moglie ed i suoi figli, i conduttori di chiesa rappresentano i membri di essa, ed i legislatori rappresentano i cittadini. Nella vita spirituale, ogni persona è rappresentata dal primo o dall’ultimo Adamo (Romani 5 ed 1 Corinzi 15).Questo principio della rappresentanza compare dappertutto nelle Scritture. Per esempio, leggiamo come dei personaggi pii come Set, Noè e Giobbe offrivano sacrifici per conto dei loro figli (Genesi 8:20-21; Giobbe 1:5). Dio organizzò la razza umana sulla base di famiglie e tribù e trattò quasi sempre con essa attraverso il ruolo di responsabilità del padre. Così Dio disse ad Abramo: “In te saranno benedette tutte le famiglie della terra ”(Genesi 12:3).

Con Mosè continua il principio del padre che rappresenta la famiglia nell’adorazione e nella comunione con Dio. Il libro dei Numeri mostra, in maniera particolare, come Dio comunica col Suo popolo in termini di famiglie e dei loro capi.

Il padre doveva guidare la famiglia nel culto della Pasqua ed istruire i figli sul suo significato.Il ruolo di guida del padre nel culto continuò durante la monarchia in Israele ed all’epoca dei profeti dell’Antico Testamento. Per esempio, Zaccaria predisse che quando lo Spirito Santo sarebbe stato sparso in epoca successiva, tutti lo avrebbero sperimentato come lo Spirito di grazia e di supplicazione che li avrebbe spinti, famiglia per famiglia, a piangere amaramente ed a fare cordoglio.

Sono citate particolari famiglie secondo i loro capi e padri, la casa di Davide, di Levi e di Shimei (Zaccaria 12:10-14).

Il rapporto tra culto di famiglia e vita domestica continua nell’epoca del Nuovo Testamento. Pietro riaffermò la promessa fatta ad Abrahamo, il padre della fede (Romani 4:11), quando egli dichiarò ai giudei, nel suo sermone di Pentecoste, che “la promessa è per voi e per i vostri figliuoli, e per tutti quelli che sono lontani” (Atti 2:39). E Paolo, in 1 Corinzi 7:14, ci dice che la fede di un coniuge comporta lo stato di santità, di privilegio e di responsabilità dei suoi figliuoli. La chiesa del Nuovo Testamento, che comprendeva fra i membri del corpo i bambini con i loro genitori (Efesini 6:1-4), e l’esperienza di singoli credenti come Timoteo (2 Timoteo 1:5, 3:15), dimostrano l’importanza della fede e dell’adorazione nell’ambito delle famiglie.

Come conclude Douglas Kelly: “La spiritualità familiare, che dipende non poco da come il suo capo guida quotidianamente la famiglia nell’adorazione alla presenza di Dio, è una delle più potenti strutture che il Dio del patto abbia stabilito per l’espansione della redenzione attraverso le generazioni, affinché innumerevoli moltitudini possano essere condotte alla comunione ed all’adorazione” del Dio vivente per mezzo di Gesù Cristo.

Informazioni aggiuntive

Peso 0,070 kg
Pagine

46

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