ovvero, la ripubblicazione, dopo 500 anni, di quella che fu la prima “teologia sistematica” scritta da un evangelico italiano.
Oggi, in Italia, pochi evangelici conoscono il nome di Antonio Brucioli. Nel XVI secolo, invece, pochi lo ignoravano. Nato a Firenze nel 1498, convertitosi alla fede evangelica in giovane età, Brucioli fu nella sua epoca il più grande traduttore, stampatore e divulgatore della Bibbia in Italia. Per tale attività, infatti, egli fu costantemente perseguitato dalle autorità civili ed ecclesiastiche – multe, bandi, arresti, processi, condanne, prigionie – finché non morì a Venezia nel 1566.
Ma perché parliamo di Brucioli? Perché nel 1548, di nascosto dalle autorità, egli pubblicò un libro veramente particolare. S’intitolava Pie et christiane epistole e raccoglieva 98 lettere, scritte dallo stesso Brucioli, concernenti le tematiche più importanti della fede e della vita cristiana. Il libro era inteso a circolare nelle tante chiese evangeliche già allora presenti nella nostra penisola, la maggior parte delle quali sopravviveva in una condizione di estrema difficoltà: private di libertà religiosa, perseguitate dalle autorità, costrette alla clandestinità, sprovviste di pastori che si occupassero dell’insegnamento e della cura necessari alla vita di una comunità di credenti. Le Pie et christiane epistole intendevano supplire per tali chiese un testo che riassumesse le fondamentali dottrine evangeliche, mostrandone le basi bibliche, i contenuti teologici, la spiritualità interiore e la rilevanza pratica nella vita di ogni giorno.
Infatti, se si considera l’ampiezza dei temi trattati da Brucioli, questo suo scritto può a ragione essere considerato la prima “teologia sistematica” mai scritta da un evangelico italiano. Indubbiamente non riflette l’impronta scolastica che molte teologie protestanti avrebbero assunto nel XVII secolo: si tratta di lettere – fraterne, appassionate, intrise di spirito cristiano, scritte nel mezzo della persecuzione. Questo, di certo, non ne sminuisce il valore. Semmai lo accresce.
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Che il Signore provveda affinché questi tesori letterari, scritti dai tanti martiri che ci hanno preceduto, possano presto essere riscoperti ed riapprezzati per il loro valore teologico, spirituale e storico.
Poi udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». Io risposi: «Eccomi, manda me!». (Isaia 6:8).
Per darvi una qualche cognizione dei contenuti delle “epistole” di Brucioli, riportiamo in formato pdf il testo della prima “epistola” in versione riveduta e l’indice completo delle tematiche trattate.