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Maria Immacolata

Una indagine biblica e storica

17,00

La Chiesa di Roma ha promulgato una serie di dogmi e dottrine sulla persona di Maria Immacolata Concezione, attribuendole di fatto, un ruolo sovrannaturale.
Sotto la spinta di questi sconcertanti proclami, il culto della Vergine ha conosciuto in epoca moderna un’imponente rifioritura.
Un fenomeno di questa natura e di queste dimensioni necessita indubbiamente di una verifica, e soprattutto di una verifica biblica e storica.

ISBN: 978-88-88428-82-6 Tematiche: ,

Introduzione

Il 24 febbraio 2022, l’esercito russo passava la frontiera dando inizio all’invasione dell’Ucraina. La sua manovra di accerchiamento, attuata fin dai primi giorni, palesava l’intenzione di conquistare l’intero Paese, abbattere il presente governo e sostituirlo con un governo filo-russo. L’immediata presa di posizione da parte della NATO, espressa con pesantissime sanzioni economiche nei confronti della Russia e aiuti umanitari e militari all’Ucraina, faceva salire la tensione ai massimi livelli. Fra continui scambi di accuse e minacce, lancio di missili al confine con la Polonia e pericolosissimi incroci aereo-navali nel Mediterraneo, riemergeva lo spettro di un conflitto nucleare che, secondo calcoli scientificamente attendibili, considerando le migliaia di testate nucleari pronte al lancio, provocherebbe più di 85 milioni di morti in soli 45 minuti, senza contare le vittime delle radiazioni sprigionate dalle esplosioni nucleari.

A fronte di questa drammatica situazione, mentre i governi di molteplici Paesi erano febbrilmente impegnati a trovare una qualche soluzione diplomatica al conflitto, papa Francesco annunciava che, in qualità di Pontefice, sarebbe ricorso ad un atto straordinario, potenzialmente risolutivo della crisi: avrebbe consacrato l’intera umanità, e in particolare la Russia e l’Ucraina, a Maria Immacolata Concezione. Si narra che questo atto era stato già richiesto nel 1929 dalla stessa Maria in un’apparizione notturna alla pastorella di Fatima, poi suor Lucia. La richiesta dell’Immacolata era stata esplicita: “È arrivato il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i vescovi del mondo, la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato, promettendo di salvarla con questo mezzo”. Disattesa la richiesta da tutti i pontefici che si susseguirono, la Russia, lungi dall’essere salvata, portò “i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa”. La consacrazione quindi venne fatta da Pio XII (1942), da Paolo VI (1967), da papa Giovanni Paolo II (1982), ma nessuna di queste consacrazioni ebbe effetto perché non conforme alla richiesta di Maria Immacolata, secondo la quale essa doveva essere fatta “in unione con tutti i vescovi del mondo”. A questo punto papa Wojtyla scrisse a tutti i vescovi, chiedendo loro di unirsi a lui; dopodiché fece portare a Roma la statua della Madonna di Fatima e il 25 marzo del 1984, pubblicamente, consacrò la Russia al “Cuore Immacolato di Maria”. In una lettera del 1989, la stessa suor Lucia di Fatima ebbe a scrivere: “In seguito mi fu domandato se [tale consacrazione] era conforme a quanto richiesto dalla Madonna e io risposi di sì. Da quel momento, la consacrazione è compiuta”. Spiegava ancora: l’unione di tutti i vescovi era necessaria perché la consacrazione “è un appello all’unione di tutti i cristiani… a capo della quale [unione] sta il papa, unico vero rappresentante di Cristo in terra, al quale il Signore affidò le chiavi del regno dei cieli”.

Ecco perché, scatenatasi la guerra in Ucraina, a fronte del pericolo imminente di una ecatombe nucleare, papa Francesco decideva di ripetere la consacrazione. Questa aveva luogo il 25 marzo 2022, nella Basilica di San Pietro, ove il Pontefice rivolgeva alla Vergine Maria la seguente preghiera: O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore… Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e del[1]la guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona…

È lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità. Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza. Ricorriamo dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto… Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno.

Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica. Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra… Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo. Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono. Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare… Regina della pace, ottieni al mondo la pace…

Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace… A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo. Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate… Amen

Indubbiamente, a molte persone, questo “Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria” sarà apparso un’insensatezza, un’assurdità, una stramberia religiosa del tutto inopportuna in un momento come questo. Piergiorgio Odifreddi, ad esempio, commentava: “Il fatto che papa Francesco consacri una nazione come la Russia o come l’Ucraina, a me, personalmente, rimane incomprensibile”. In fin dei conti, Maria non è un essere umano morto 2000 anni fa? E se lo è, come potrebbe conoscere “tutto” ciò che è “nascosto” nel nostro cuore? È forse onnisciente? Come potrebbe essere vicina ad “ognuno” di noi? È forse onnipresente? Come potrebbe “soccorrerci”, “impedire che l’intera umanità naufraghi”, “preservare il mondo dalla minaccia nucleare”? È forse onnipotente? E infine, per quale ragione dovremmo riporre in lei la nostra “fiducia” e consacrare a lei “l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo” intero? Se proprio si è credenti, un ruolo così grande, così centrale, così assoluto, non dovrebbe essere attribuito unicamente a Dio?

Per rispondere a queste domande è necessario avere qualche cognizione della storia del culto mariano. All’inizio dell’Ottocento, in[1]fatti, i dogmi sui quali si poggiava erano soltanto due: quello della maternità divina, definito dal Concilio di Efeso nel 431, e quello del[1]la perpetua verginità, promulgato dal Secondo Concilio di Costantinopoli nel 553. Nei secoli precedenti le altre dottrine mariane sulla concezione immacolata, mediazione salvifica, assunzione celeste e signoria universale si erano diffuse e radicate nel credo Cattolico, nella liturgia ecclesiastica e nella devozione popolare, ma non erano mai state ufficialmente riconosciute e definite dal Magistero romano; ragion per cui su ognuna di esse persistevano opinioni discordanti in seno all’episcopato Cattolico, alle università teologiche, agli ordini monastici e agli stessi fedeli. A questo si aggiungeva il problema della letteratura mariana che, in generale, agli inizi del XIX secolo, lamentava “una scarsezza e una mediocrità quasi senza precedenti”.

La svolta si ebbe nel 1854, allorché, con l’enciclica Ineffabilis Deus, Pio IX proclamò ufficialmente il dogma dell’Immacolata Concezione: Maria, fin dal “primo istante della sua concezione”, è stata “preservata immune da ogni macchia di peccato originale”.

Nel 1891, con l’enciclica Octobri mense, Leone XIII faceva un ulteriore passo avanti ufficializzando la dottrina del ruolo intermediario di Maria: “Si può con tutta verità e rigore affermare che, per divina disposizione, nulla ci può essere comunicato dell’immenso tesoro della grazia di Cristo se non per mezzo di Maria… nessuno può accostarsi a Cristo, se non per mezzo della sua Madre”.

Nel 1904 si volle definire il suo ruolo salvifico. Nell’enciclica Ad diem illum laetissimum Pio X scrisse: Maria “tanto partecipò ai dolori del Figlio che… meritò di diventare la riparatrice (reparatrix) del genere umano perduto, e quindi la dispensatrice (dispensatrix) di tutti i doni che Gesù ci ha conquistati con una morte cruenta”. Nella stessa direzione spinse Benedetto XV nel 1918, con l’enciclica Inter sodalicia: “La beatissima Vergine Maria… soffrì e quasi morì con il Figlio suo sofferente e morente, così rinunciò per la salvezza degli uomini ai suoi diritti di madre su questo Figlio e lo immolò per placare la divina giustizia, sicché si può dire, a ragione, che ella abbia redento con Cristo (cum Christo redemisse) il genere umano. Evidentemente per questa ragione tutte le diverse grazie del tesoro della redenzione vengono anche distribuite attraverso le mani dell’Addolorata”. È vero che il Papa non usò direttamente il termine “corredentrice”, ma come ha fatto notare il teologo Cattolico Brunero Gherardini: “Un solo aggettivo è a nostra disposizione per condensare adeguatamente e compiutamente il contenuto di codesta stessa proposizione: Corredentrix”. E aggiungeva: “Maria concorse… alla produzione del merito redentivo, ossia al pagamento del prezzo dovuto per l’umano riscatto”. Sulla base di tale convincimento, Pio XI rompeva gli indugi in un discorso del 1933: “Il Redentore non poteva, per necessità di cose, non associare sua madre alla sua opera. Per questo noi la invochiamo col titolo di Corredentrice”. Mai prima di allora un papa aveva attribuito a Maria un tale titolo.

Con il dogma dell’Assunzione, la figura di Maria venne ulteriormente esaltata. Lo proclamò Pio XII nel 1950, con la nota enciclica Munificentissimus Deus: “Pronunciamo, dichiariamo e definiamo essere Dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste con anima e corpo”.

L’apice si raggiunse nel 1954, quando lo stesso Papa, nell’enciclica Ad caeli Reginam, proclamò Maria quale Regina del cielo e della terra: “La Vergine Maria, Madre di Dio, presiede all’universo con cuore materno, com’è coronata di gloria nella beatitudine celeste… Maria, riparando tutte le cose con i suoi meriti, è la Madre e la Signora di tutto … costituita dal Signore Regina del cielo e della terra ed esaltata sopra tutti i cori degli angeli e sopra tutti i gradi dei santi in cielo, stando alla destra del suo Unigenito Figlio, Gesù Cri[1]sto, Signore nostro, con le sue suppliche impetra efficacissimamente, ottiene quando chiede, né può rimanere inesaudita”.

Sotto la spinta continua di questi sconcertanti proclami, attraverso un’intensa e capillare opera di divulgazione, il culto della Vergine conobbe attraverso il Novecento un’imponente rifioritura. Infatti, la funzione che la figura di Maria occupa oggi nel pensiero e nella pietà cattolico-romana non può essere esagerata. Migliaia sono le chiese a lei dedicate, migliaia i luoghi di pellegrinaggio a lei consacrati, centinaia di milioni le persone che la venerano e la invocano. Nel 1950 Giovanni Miegge poteva scrivere: “Il Cattolicesimo del nostro tempo sente di vivere in un secolo, che in fatto di devozione mariana non è secondo a nessuno, forse nemmeno ai grandi secoli mariologici, il XII e il XIII”.

La stupefacente portata di questo fenomeno veniva misurata da Mary e Sidney Nolan nel 1989, in un’importante ricerca sui santuari situati in Europa occidentale. I due studiosi appurarono che su un totale di 6.051 santuari, ben 3.984 sono dedicati a Maria, 1.614 a un santo o una santa e 453 a Cristo. Scrivevano quindi: “Il pellegrinaggio in Europa è per la maggior parte un fenomeno mariano. In due terzi degli odierni santuari, il principale soggetto di devozione è la madre di Cristo, Santa Maria. La sua importanza è seguita da quella di una moltitudine di santi, i cui 1.614 santuari costituiscono il 27% dei casi esaminati. Culti di pellegrinaggio incentrati sulla figura di Cristo sono relativamente rari, contando meno dell’8% dei santuari”.

Grande promotore del culto mariano fu anche Giovanni Paolo II, il quale volle manifestare la sua devozione alla Santa Vergine nel suo stesso stemma papale, sul quale fece apporre una M (a significare Ma[1]ria) e il motto di totale consacrazione Totus tuus (“tutto tuo”). Nel 1989, come si è visto, consacrò la Russia al “Cuore Immacolato di Maria”, dopodiché, in seguito alle sue Catechesi mariane (1995-1997), nelle quali cercò di far avanzare ulteriormente le dottrine mariologiche, si recò a Cuba (1998), al santuario di El Combre, dove incoronò la statua della Madonna della Caridad e proclamò Maria Regina e Patrona dell’isola. L’anno seguente volle esaltarla ulteriormente proclamandola Patrona delle Americhe e Imperatrice dell’America Latina.

Oggi, infatti, il culto della Vergine è in costante crescita anche nei continenti situati nell’emisfero meridionale – soprattutto in Sud America e in Africa – dove negli ultimi decenni si è di fatto spostato il baricentro della cristianità globale. Apparizioni e rivelazioni mariane sono state registrate in Brasile, Venezuela, Argentina, Nicaragua, Ruanda, Kenya, Nigeria, Mozambico, Camerun, Egitto, Siria, e in alcuni luoghi si è addirittura iniziato a parlare della possibilità di proclamare Maria “la quarta persona della Trinità”. Scrive a riguardo Philip Jenkins: “Piani così ambizioni possono rimanere controversi, ma le tendenze demografiche dentro la Chiesa rendono molto probabile che nei decenni a venire saranno implementati… Una Chiesa Cattolica dominata da latino americani e africani si dimostrerebbe molto recettiva a nuovi concetti di devozione mariana. Esaltare la Vergine al più alto grado possibile si accorda molto bene con le tradizioni Cattoliche dell’America Latina, le Filippine, e altre regioni che stanno via via assumendo una posizione più centrale nella Chiesa”. È indubbiamente anche alla luce di questo fondamentale elemento che il 13 marzo 2013 è stato eletto papa l’argentino Jorge Mario Bergoglio, il primo pontefice proveniente dal continente americano. Di fatto, come mostrano le preghiere mariane, tutte approvate dal Magistero Romano e recitate ogni giorno da milioni di fedeli, Maria è oggetto di un culto divino.

Agli occhi di molti, questa equiparazione appare tanto evidente quanto sconcertante. In pratica, fatta eccezione per la Deità, tutto ciò che contraddistingue Gesù e lo rende unico viene attribuito a Maria rendendola a sua volta unica.

Ora, i dogmi relativi alla persona di Gesù sono legittimati dall’intera testimonianza biblica, la quale si fonda e al contempo converge su Cristo. Come scrisse l’apostolo Giovanni: “Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio… E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi… Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere” (Giov 1:1, 14, 18).

Che cosa dire, invece, dei dogmi mariani? Hanno alla loro base un altrettanto chiaro fondamento scritturale? E il culto mariano, è un’espressione legittima della fede cristiana? In quali termini la Bibbia parla di Maria e quale ruolo le attribuisce nel piano della salvezza?

L’argomento è vasto, complesso, e analizzarlo nella sua interezza richiederebbe più di un volume. Lo si potrebbe affrontare in modo generico, ma piuttosto che generalizzare riteniamo più opportuno focalizzare. Nelle pagine seguenti, quindi, ci concentreremo sul dogma che è alla base dell’intero culto mariano, vale a dire il dogma dell’Immacolata Concezione.

 

 

 

Indice

Introduzione

Cap. 1  Concepita senza peccato

Cap. 2  La Bibbia non concorda

Cap. 3  Solo Gesù

Cap. 4  Le ombre di Maria

Cap. 5  Tutti hanno bisogno del riscatto di Cristo

Cap. 6 Come e quando

Conclusione

Autore

Storico del cristianesimo, Renato Giuliani è autore di Fino all’ultimo respiro: La vita di Pietro Varvelli (1876-1958) nella storia del movimento evangelico italiano (2021), e Le origini gnostiche del culto mariano: Genesi, sviluppo e significato di un fenomeno religioso in continuo mutamento (2019). Da decenni impegnato nel reperimento archivistico della letteratura del protestantesimo italiano tra i secoli XVI e XVII, ha curato la riedizione di biografie su Galeazzo Caracciolo e Luigi Desanctis, nonché di scritti di Pietro Martire Vermigli, Francesco Turrettini e Niccolò Balbani. In ambito anglosassone ha curato The Life of Henrietta Shuck, 1817-1844 (2016) e la ripubblicazione di testi di Hercules Collins e Caleb Evans.

Descrizione

L’immacolata concezione

Papa Pio IX proclamava un nuovo articolo di fede sull’Immacolata Concezione di Maria: “La dottrina, che sostiene che la beata Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale, è stata rivelata da Dio e perciò si deve credere fermamente e inviolabilmente da tutti i fedeli”. Si ufficializzava così il dogma dell’Immacolata Concezione, secondo cui la vita di Maria iniziò con lo straordinario miracolo di un concepimento perfetto.

Tutti gli esseri umani, a causa della trasgressione di Adamo, nascono con una natura corrotta, alienati da Dio e inclini al male. Maria, invece, fin dal “primo istante della sua concezione” fu “preservata immune da ogni macchia di peccato originale”, ossia fu concepita e nacque priva del germe del peccato, esente da qualsiasi corruzione morale, con un’anima perfettamente pura. In quanto dogma, la dottrina dell’Immacolata Concezione di Maria doveva essere accettata da tutti i fedeli. Avvertiva il Pontefice: “Se qualcuno (che Dio non voglia!) deliberatamente presumerà di pensare diversamente da quanto è stato da noi definito, conosca e sappia di essere condannato dal suo proprio giudizio, di aver fatto naufragio nella fede, di essere separato dall’unità della Chiesa, e di essere inoltre incorso da sé, ‘ipso facto’, nelle pene stabilite dalle leggi contro colui che osa manifestare oralmente o per iscritto, o in qualsiasi altro modo esterno, gli errori che pensa nel suo cuore”

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica (1993) la dottrina dell’Immacolata Concezione costituisce oggi il fondamento del culto mariano. È in virtù di questo straordinario miracolo – si afferma – che Maria deve essere considerata una persona diversa da ogni altra, degna di essere esaltata sopra tutte le creature dell’universo. L’Immacolata – per rifarci ancora a Pio IX – è “il miracolo di Dio per eccellenza, anzi il culmine di tutti i miracoli… superiore a tutte le lodi degli uomini e degli angeli”, e per questo motivo tutti i fedeli Cattolici sono sollecitati “a venerare, ad invocare, a supplicare la beatissima Vergine Maria Madre di Dio, concepita senza il peccato originale”.

Nell’Introduzione a questo libro abbiamo rimarcato come il culto della Vergine Maria, soprattutto a fronte dello sviluppo che ha avuto
negli ultimi duecento anni, necessiti di una profonda verifica biblica e storica. La questione fondamentale da chiarire è la seguente: il
culto mariano è un’espressione legittima della fede cristiana oppure è una sua contraffazione? La risposta a questo quesito dipende ovviamente dalla veridicità dei quattro dogmi sui quali il culto mariano è stato costruito, vale a dire, l’immacolata concezione, la maternità divina, la perpetua verginità e l’assunzione in cielo.
In questo libro abbiamo voluto focalizzare sul primo di questi dogmi perché è quello più cruciale. Infatti, se anche Maria è stata
concepita nel peccato e come peccatrice ha avuto bisogno della redenzione di Cristo, allora il culto tributatole da centinaia di milioni
di persone non può essere una legittima espressione della fede cristiana. Avendo esaminato questa tematica nel dettaglio, sia da un
punto di vista biblico che storico, lasciamo alla coscienza di ogni lettore trarre le proprie conclusioni, ferme restando queste parole di
Cristo: “Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giov 8:31-32)

 

Informazioni aggiuntive

Peso 0,200 kg
Dimensioni 21 × 15 × 2 cm
Anno di pubblicazione

Pagine

184

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