Introduzione
CAPITOLO 1
L’ABISSO ORMAI È UNA REALTÀ
Prima dell’abisso
L’abisso generazionale sorto in epoca moderna è stato quasi interamente causato da un mutamento nel concetto di verità. Ovunque oggi si guardi, domina questo nuovo concetto. Il consenso dell’opinione pubblica è pressoché monolitico, sia che si considerino le arti o la letteratura, sia che si leggano semplicemente giornali o riviste come Time, Life, Newsweek, The Listener, The Observer. Dappertutto è possibile avvertire la stretta mortale di questa nuova metodologia, ovvero di questo nuovo modo con cui si affronta la questione della verità e della conoscenza. È un po’ come soffocare in una nebbia londinese particolarmente fitta; e proprio come non è possibile tenere fuori la nebbia con muri e porte, così questo consenso penetra e ci avvolge, fino a quando, inconsapevoli di ciò che sta accadendo, ci ritroviamo in una stanza non più salubre.
La tragedia della nostra situazione attuale è che le persone, nonostante siano profondamente influenzate da questo nuovo modo di concepire la verità, non hanno mai veramente riflettuto sul graduale e drastico mutamento che si è verificato. Molti giovani di famiglie cristiane, cresciuti sulla base del precedente concetto di verità, vengono assoggettati al nuovo concetto. Con il passare del tempo entrano in crisi, perché non capiscono le alternative che gli si presentano davanti. Infine la loro crisi diventa smarrimento e ben presto si sentono sopraffatti. Disgraziatamente questo è vero non solo per i giovani ma anche per molti pastori, educatori, evangelisti e missionari cristiani.
Questo mutamento nel concetto di come giungiamo alla conoscenza e alla verità è il problema cruciale che oggi confronta i cristiani.
Se fossimo vissuti in Europa prima del 1890, oppure negli Stati Uniti prima del 1935, difficilmente ci saremmo posti il problema dei nostri presupposti1. Prima di queste date, infatti, era comune ragionare in base a dei presupposti che, nella loro essenzialità, ricalcavano quelli cristiani. Questo era vero sia nel campo dell’epistemologia che in quello della metodologia. L’epistemologia – spieghiamolo – è la teoria su come giungiamo a conoscere la realtà, o come possiamo essere certi che ciò che pensiamo di conoscere della realtà risponda a verità. La metodologia, invece, ha a che fare con le procedure che, all’atto pratico, seguiamo per giungere alla conoscenza e alla verità.
Si può argomentare che a quel tempo le persone che non aderivano alla fede cristiana non erano legittimate ad agire sulla base di quei presupposti. Questo è vero. Esse, infatti, si comportavano in modo incoerente, accettando risposte ottimistiche senza avere per esse un sufficiente fondamento giustificativo. Tuttavia continuavano a pensare e ad agire ritenendo che tali presupposti fossero veri.
E quali erano questi presupposti? Quello fondamentale era che esistessero verità assolute. Queste persone accettavano l’esistenza di verità assolute nel campo dell’Essere (ovvero della conoscenza) e in quello della morale. Anche se potevano non essere d’accordo su quali fossero, accettandone l’esistenza potevano tutti ragionare sulla base del concetto classico dell’antitesi. Per loro era assodato che se qualcosa è vero, il suo opposto è falso. Nel campo della morale, se una cosa è giusta, il suo opposto è sbagliato. Questa breve formula, “A è A” e “A non è non-A”, è il primo elemento della logica classica.
Se si comprende in quale misura questo semplice principio è stato ripudiato, si capirà la nostra attuale situazione.
L’esistenza di verità assolute implica l’esistenza di antitesi. I non cristiani ragionavano e agivano su questa base ma in modo incoerente, ovvero senza avere una sufficiente giustificazione razionale, un fondamento adeguato. Questo permetteva loro ancora di poter discutere su ciò che è giusto o sbagliato, su ciò che è vero o falso.
Un cristiano poteva dire a una persona non cristiana: “Comportati bene”; ed anche se questa poteva non seguire tale consiglio, ne comprendeva fondamentalmente il significato. Dire la stessa cosa al giorno d’oggi significherebbe fare un’asserzione priva di senso. Lo sguardo vuoto che potremmo ricevere come risposta non starebbe a significare tanto che i nostri principi morali sono stati respinti, quanto che il nostro messaggio non ha alcun significato.
Il cambiamento che si è verificato è stato sconvolgente. Nei primi decenni del Novecento avremmo potuto usare frasi come “Questo è vero” o “Questo è falso”, e saremmo stati compresi da chi ci ascoltava. Forse non tutte le persone avevano riflettuto a sufficienza sulla coerenza delle proprie convinzioni, ma in genere si poteva parlare con gli altri presumendo la validità del concetto dell’antitesi. In questo senso, nel contesto dell’evangelizzazione, come anche nelle questioni spirituali e negli ambienti accademici cristiani, si poteva iniziare una conversazione con la certezza di essere compresi.
L’apologetica presupposizionalista avrebbe potuto arrestare il declino…………………..
Indice
INDICE DEI CONTENUTI
Prefazione all’edizione italiana
Sezione I
Il clima intellettuale e culturale dal quale è emersa la nostra attualità
Capitolo 1. L’abisso ormai è una realtà
Prima dell’abisso
L’apologetica presupposizionalista avrebbe potuto arrestare il declino
La linea della disperazione
Unità e disunità nel razionalismo
La tendenza verso una cultura uniforme
Capitolo 2. Il primo gradino della linea della disperazione: la filosofia
Hegel, l’ideatore
Kierkegaard, il primo filosofo che oltrepassò la linea della disperazione
L’esistenzialismo di Jaspers, Sartre e Heidegger
L’anti-filosofia del mondo anglosassone
L’uso delle droghe
Che cosa accade, e che cosa non accade, in queste esperienze
Capitolo 3. Il secondo gradino: l’arte
Van Gogh e Gauguin
Cézanne e Picasso
Mondrian
Il dadaismo, Marcel Duchamp, gli happenings e gli environments
Capitolo 4. Il terzo e il quarto gradino: la musica e la cultura generale
La musique concrète
Henry Miller
Omosessualità filosofica
John Osborne
Dylan Thomas
Il cinema moderno, i mass media e i Beatles
Capitolo 5. L’elemento comune a tutti i gradini della disperazione
L’opportunità del cristianesimo se mantiene l’antitesi
Sezione II
La relazione tra la nuova teologia e il clima intellettuale
Capitolo 1. Il quinto gradino: la teologia
L’allontanamento dal cristianesimo biblico
Capitolo 2. Il misticismo moderno: una disperazione sempre più profonda
Teologia e misticismo semantico
L’uso delle parole e dei simboli
Le origini del misticismo semantico: Leonardo da Vinci Natura e grazia
Capitolo 3. Il misticismo moderno in azione: l’arte e il linguaggio
La tensione di essere umani
Il misticismo nell’arte: Paul Klee e Salvador Dalí
Il misticismo nel linguaggio: Martin Heidegger
Capitolo 4. Il misticismo moderno in azione: la musica e la letteratura
Il misticismo nella musica: Leonard Bernstein e John Cage
Il misticismo nella letteratura: Henry Miller
Capitolo 5. La fase successiva della teologia moderna
Dio è morto – o quasi!
Una ricerca perseguita dagli uomini del “piano superiore”
L’opportunità della nuova teologia
Sezione III
In che modo il cristianesimo biblico differisce dalla nuova teologia
Capitolo 1. Personalità o frastuono diabolico
La conclusione a cui porta la negazione della natura personale
Capitolo 2. Fatti verificabili e conoscenza
Una natura personale non è necessariamente limitata
Comunicazione divina e comunicazione umana
L’amore è più di una semplice parola
Capitolo 3. La condizione critica in cui versa l’uomo
Lo scandalo della croce
La fede cristiana e la condizione dell’uomo
Capitolo 4. La risposta di Dio alla condizione dell’uomo
Nel libro La peste non deve esserci nessuna scelta esclusiva
Capitolo 5. Come facciamo a sapere che è vero?
La natura della dimostrazione
Razionalità autentica, ma non solo razionalità
Sezione IV
Comunicare la fede cristiana nel mondo di oggi
Capitolo 1. Trovare il punto di tensione
Comunicare con i nostri simili
Conclusioni logiche
Dilaniato da due incoerenze
Le tensioni sono avvertite con diversa intensità
Capitolo 2. Dal punto di tensione al vangelo
Perché si può dialogare
Dare e ricevere colpi
Rimuovere il “tetto”
Capitolo 3. Condividere il vangelo
Con quale diritto possiamo farlo?
La fede secondo la Bibbia
Sezione V
L’opera che precede l’evangelizzazione non è affatto semplice
Capitolo 1. L’indispensabilità della fede cristiana
Difendere la fede
Comunicare la fede
Capitolo 2. L’importanza della verità
La verità viene prima della conversione
Verità e spiritualità
Il Dio su cui si basa la verità
Sezione VI
La vita personale e comunitaria nel clima culturale contemporaneo
Capitolo 1. Dimostrare il carattere di Dio
La salvezza non si limita alla sfera individuale
La qualità visibile
Coerenza ma allo stesso tempo realismo
L’importanza fondamentale della personalità
Capitolo 2. L’aspetto legale, ma non solo
Le persone “umane” nella nostra cultura
Appendice A. La questione dell’apologetica
Appendice B. Il problema della Chiesa nel mondo moderno
Appendice C. La pratica della verità
Glossario
Indice analitico
Autore
Francis A. Schaeffer (1912 –1984) fu un pastore e teologo evangelico di grande spessore. Fondatore insieme a sua moglie Edith della comunità di L’Abri, in Svizzera, espresse il suo pensiero
attraverso molti libri di carattere biblico, filosofico, sociale, fra i quali The God who is there (1968), Escape from reason (1968), Death in the city (1969), True spirituality (1971), He is there and He is not silent (1972), How should we then live? (1976), Whatever happened to the human race? (1979), e The great evangelical disaster (1984).
Descrizione
Il Dio che esiste veramente, pubblicato originariamente in inglese con il titolo The God who is there, esso parte dal presupposto che l’unico modo per venire a capo della nostra condizione è iniziare dal principio, focalizzando non su questioni secondarie ma su questioni primarie, quindi mettendo in discussione gli stessi fondamenti filosofici e ideologici sui quali è stata costruita la società moderna. Ampliando poi la prospettiva storica, come spiega l’autore, comprendere come, quando e perché si sia oltrepassata questa “linea della disperazione” è senza dubbio una delle chiavi più importanti per capire il mondo in cui viviamo oggi.
Schaeffer, però, non si limita a tracciare il percorso filosofico, culturale e sociale di questa discesa autodistruttiva. Argomentando con acume teologico e passione evangelica, egli spiega anche come si possa uscire fuori da questo baratro: la nostra salvezza sta nel conoscere il Dio reale e personale della rivelazione cristiana, perché solo in Lui possiamo trovare la risposta alle nostre domande più fondamentali e alle nostre esigenze più profonde.
Infine, Schaeffer chiama in causa la stessa cristianità evangelica, colpevole di superficialità e indifferenza nei confronti dell’uomo moderno e della tragica condizione esistenziale in cui è precipitato. Rifacendosi a chiari principi biblici, quindi, egli dà delle linee guida importanti per attuare una riforma evangelica più che mai necessaria.