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Perchè i malvagi prosperano e i giusti soffrono?

13,00

Perché il mondo è così pieno di ingiustizie e disuguaglianze? Perché a volte la vita sembra premiare le persone più meschine, mentre quelle più oneste soffrono situazioni di disagio e difficoltà? Esoprattutto, perché le persone che più prosperano sono spesso quelle che più disprezzano Dio, mentre coloro che amano e seguono Dio patiscono situazioni di precarietà, sofferenza e malattia? Se Dio è realmente sovrano sulle vicende umane, perché permette che tutto ciò accada? Evisto che accadono, a che pro amare e seguire Dio? Questi inquietanti interrogativi fecero entrare uno dei Salmisti in una profonda crisi di fede, descritta nel Salmo 73. Scriveva il Salmista nella sua fragilità umana: “… portavo invidia ai vanagloriosi, vedendo la prosperità dei malvagi”. In questo libro, Martyn Lloyd-Jones affronta questa difficile questione, esaminandola attraverso la crisi vissuta dal Salmista. Una crisi che ebbe diverse fasi – la caduta, l’arresto, la ripresa, la vittoria – ognuna delle quali è fatta oggetto del più attento esame. Ne scaturisce un approfondimento unico nel suo genere, dal quale emergono pensieri illuminanti, considerazioni importanti, nonché consigli pratici di grande valore: non solo per quei credenti che vogliono uscire da una crisi in cui si trovano, ma anche per quanti vogliono premunirsi degli strumenti necessari per non entrare in crisi. Nella vita cristiana poche cose sono più importanti del sapere come affrontare e superare quei momenti di decadimento spirituale che possono cogliere qualsiasi credente.

ISBN: 978-88-88428-31-4 Tematiche: , Tag:

Indice

Cap. 1    Il problema
Cap. 2    Trovare un punto di appoggio
Cap. 3    L’ importanza di pensare in modo spirituale
Cap. 4    Affontare tutti i fatti
Cap. 5    Cominciare a capire
Cap. 6    La necessità di esaminarsi
Cap. 7    Allergia spirituale
Cap. 8    Tuttavia
Cap. 9    La perseveranza finale dei veri credenti
Cap. 10  La rocca dei secoli
Cap. 11  Una nuova risoluzione

Autore

Martyn Lloyd-JonesDavid Martyn Lloyd-Jones (1899-1981)

D. Martyn Lloyd-Jones, secondogenito di Henry e Magdalen, nacque nella città di Cardiff il 20 dicembre 1899. Nel 1905 la sua famiglia si trasferì nella piccola cittadina di Llangeitho. Visse un’infanzia felice; da ragazzo preferiva il gioco del calcio ai compiti di scuola.

Nel 1909 la casa dei genitori venne distrutta da un improvviso incendio dal quale il piccolo Martyn riuscì a fuggire lanciandosi da una finestra del secondo piano. Da quella drammatica esperienza cominciarono a cambiare molte cose in lui: diventò più responsabile nelle sue azioni e più impegnato negli studi scolastici.

Nel 1914 il lavoro del padre fallì; i suoi genitori decisero allora di trasferirsi a Londra. I primi tempi nella nuova città furono economicamente molto difficili per la famiglia tanto che il giovane Martyn dovette quasi abbandonare gli studi per sopperire alle esigenze finanziarie lavorando. Durante questo periodo nacque in lui il desiderio di diventare medico. All’età di sedici anni s’iscrisse così alla scuola di medicina presso il St. Bartholemew’s Hospital, vicino alla città vecchia di Londra.

L’insegnante di Martyn era il professore più illustre di quel tempo: Sir Thomas Horder, il medico della Casa Reale. In seguito egli ammise che il tipo d’insegnamento impartito da Horder si rivelò fondamentale per il suo futuro ministero di predicatore. Quel luminare infatti insegnava ai suoi studenti di raccogliere sempre ogni elemento a loro disposizione e di ragionare molto sui dati prima di arrivare a stabilire la diagnosi di una malattia. Ai giovani allievi insegnava anche di partire sempre dai principi senza mai saltare alle conclusioni in modo affrettato. Da qui deriva sicuramente la logica dell’esposizione e dell’argomentazione biblica di Lloyd-Jones.

Nel 1923, alla sola età di ventitré anni, grazie ai progressi compiuti in campo scolastico e professionale, divenne assistente capo dell’équipe medica del Dr. Horder, ma, a dispetto della carriera medica che lo stava attendendo, il suo pensiero iniziò a volgersi altrove. Seguendo i pazienti aristocratici del suo insegnante, il Dr. Lloyd-Jones venne sconvolto dall’irreligiosità e dal vuoto morale di molti di loro e ciò lo rese cosciente della realtà del peccato. Inoltre, la triste morte del padre e poi quella tragica e prematura del fratello maggiore Harold, gli dettero una coscienza di transitorietà della vita e di conseguenza comprese di essere una persona spiritualmente morta davanti a Dio.

Già dalle sue prime esperienze lavorative in campo medico, dopo la sua conversione, si notò in lui una dote pastorale. Spesso scoprì che coloro che gli si rivolgevano, e che pensavano di avere problemi di natura spirituale, avevano invece problemi di natura fisica. Altre volte invece erano i pastori di chiesa che lo interpellavano esponendogli questioni che riguardavano la loro assemblea. In queste occasioni era sempre molto restio a dare consigli diretti e spesso si limitava a porre domande sulla situazione che si era creata guidando i suoi interlocutori a trovare da soli la causa del problema. La logica che Lloyd-Jones usava si rivelò, di per sé, migliore del consiglio che molte persone avrebbero desiderato udire in quanto in molti casi impararono a pensare con la loro mente. Inoltre Lloyd-Jones utilizzò spesso un “approccio medico” verso coloro che ascoltavano i suoi messaggi, come se fossero suoi pazienti.

Tra il 1924 e il 1925 gli venne chiesto di predicare in qualche chiesa, ma non si sentiva ancora pronto per quel ministero continuando quindi ad esercitare la carriera medica. L’anno seguente però decise di abbandonare la sua attività professionale per dedicarsi completamente a quella di pastore accettando l’incarico di ministro della Bethlehem Forward Movement Mission Church a Sandfields, Aberavon.

Martyn Lloyd-Jones non frequentò mai una scuola di teologia. Per lui un pastore di chiesa doveva essere essenzialmente un predicatore ed una guida spirituale con un preciso mandato divino. Non per questo disdegnava lo studio e la preparazione biblica, anzi, diversi anni dopo essere diventato pastore, fondò a Londra, insieme ad un gruppo di fratelli, una scuola di teologia tuttora esistente: il London Theological Seminary.

Nel 1927, dopo varie vicissitudini, sposò Bethan Phillips, la donna di cui era innamorato da ben nove anni. Il suo ministero nel Galles fu rivolto alla classe operaia in quanto la chiesa era situata in una zona molto povera. Prima del suo arrivo questa comunità era nota per le sue attività sociali, ma era in realtà priva di un impatto effettivo sulla gente. Martyn Lloyd-Jones decise di annullare quelle attività in quanto fermamente convinto che il compito della chiesa fosse quello di predicare il Vangelo del Signore, di condurre anime a Cristo insegnando loro la via per conoscere Dio. Credeva che solo la predicazione avrebbe potuto riempire la chiesa di persone e che solo essa poteva dar loro ciò di cui avevano bisogno. La sua esposizione biblica non fu né emotiva né liberale, anzi essa si basò unicamente e fermamente sulla Bibbia: la Parola di Dio. Per lui, il Vangelo era la verità non perché fondato sulle “esperienze”, come sostengono alcuni, ma “sui grandi fatti eterni”.

Attraverso il suo ministero nel Galles molti fratelli capirono che la proclamazione del messaggio del Vangelo di Cristo fatta nella potenza dello Spirito dava frutti e risultati straordinari. Il “dottore” (come venne soprannominato) era convinto che l’unica cosa che poteva salvare l’uomo era l’azione sovrana di Dio, non lo sforzo umano.

La sua fama, come uomo di Dio e predicatore, si sparse molto in fretta, prima nel Galles, fino ad arrivare in America. A partire dal 1935 iniziò la sua collaborazione con l’InterVarsity Fellowship, organizzazione che tentava di unire gli studenti cristiani che frequentavano le università inglesi. Quell’anno gli venne chiesto di predicare durante la loro conferenza annuale. Subito esitò, poi accettò suscitando con il suo intervento un tale impatto tra gli studenti che nel 1939 lo elessero presidente dell’IVF. A quel tempo gli studenti evangelici erano in forte minoranza e spesso soffocati dal Movimento Cristiano Studentesco d’indirizzo liberale. Lloyd-Jones accettò la sfida e riuscì a trasformare l’IVF in modo radicale insegnando loro le dottrine basilari della Scrittura di cui erano mancanti.

La stampa gallese scrisse di lui: “E’ il più grande predicatore dai tempi del risveglio spirituale del 1904”. Umanamente parlando, tre furono i motivi del successo della sua esposizione biblica: primo, predicava a tutti, non tenendo conto della classe sociale, del sesso o dell’età di coloro che ascoltavano. Secondo, usava un linguaggio che tutti potevano comprendere. Terzo, la sua chiarezza, la sua serietà e la sua autorità obbligavano la gente ad ascoltarlo ed a prendere appunti.

Nel 1937 venne invitato a predicare a Filadelfia (U.S.A.). Tra la folla c’era anche il pastore Campbell Morgan, ministro della Westminster Chapel (Londra), il quale, dopo aver ascoltato la sua esposizione, lo invitò a fargli da assistente nella capitale del Regno Unito. Lloyd-Jones accettò l’invito solo due anni più tardi ed in seguito succedette al pastore e lì rimase fino al 1968. Durante il suo ministero la “Cappella di Westminster” (da non confondere con la chiesa anglicana di Westminster) era frequentata da 1500 credenti durante il culto della domenica mattina e da 2000 in quello della sera, spinti a partecipare agli incontri per la potenza, la chiarezza e la freschezza della sua predicazione. I sermoni erano sempre pastorali alla domenica mattina ed evangelistici alla sera. Lloyd-Jones considerava la predicazione: “sana teologia che sgorga da un uomo ripieno di fuoco spirituale”, da un uomo ripieno cioè della potenza dello Spirito Santo, chiamato da Dio ad annunciare la Verità. Secondo il suo pensiero il predicatore doveva avere il compito di far conoscere il messaggio di Dio basandosi unicamente sull’autorità e sull’ispirazione della Sua Parola, trasportando sempre l’assemblea alla presenza del Signore e all’adorazione. Egli doveva essere quindi l’ambasciatore di Dio. Predicatori, diceva, si nasce e non si diventa.

Uno degli incontri di gruppo cui partecipò, e che considerò sempre di grande importanza, fu il Westminster Ministers’ Fraternal, tra pastori di diverse chiese evangeliche che Lloyd-Jones stesso diresse per quarant’anni. Questi incontri ebbero inizio nel 1941 e solo come un piccolo studio di gruppo; poi, a partire dal 1943, divenne un organo molto più importante che coinvolgeva ogni mese 400 pastori alla Westminster Chapel. Alcuni così dissero che lui era “il pastore dei pastori” per la capacità di avvicinare, consigliare ed incoraggiare ministri provenienti da diverse denominazioni evangeliche.

Essendo innamorato dell’epoca dei Puritani, si fece promotore della Conferenza sui Puritani, la quale gli permise di parlare di due elementi che riteneva importanti per gli evangelici: la storia della Riforma ed il pensiero dei Puritani. Sosteneva che il cristiano non dovrebbe mai dimenticare i fondamenti dottrinali protestanti e che i credenti del XX secolo dovevano prendere esempio dai Puritani perché loro riuscirono a combinare insieme una sana dottrina biblica con la realtà quotidiana della vita. Per loro la verità non era qualcosa che doveva stagnare nella mente dell’uomo, ma doveva essere vissuta ogni giorno.

Il 1966 sarà ricordato per il “passaggio del Rubicone”. Il Dr. Lloyd-Jones pensò che gli evangelici non potevano più far parte di organizzazioni affiliate al Consiglio Mondiale delle Chiese (World Council of Churches). Così, il 18 ottobre 1966, approfittando della possibilità di parlare alla National Evangelical Assembly nella Westminster Central Hall, sostenne che per gli evangelici, i quali si preoccupavano maggiormente di mantenere l’integrità della loro denominazione d’appartenenza, era giunto il momento d’affrontare i problemi relativi alla dottrina della chiesa e di rispondere a questa domanda: “Qual è la vera chiesa cristiana?” Il crescere inoltre della forza e dell’influenza del movimento ecumenico rendeva il problema ancora più urgente. La sua visione era quella di chiesa evangelica unita, in cui Cristo stava al centro, mentre il denominazionalismo frenava la crescita. Considerava le divisioni tra gli evangelici una cosa di cui vergognarsi. Gli evangelici, sosteneva, possono anche non avere una visione univoca sul battesimo, sul governo della chiesa, sui doni dello Spirito e così via, ma devono essere uniti dal legame creato dal Vangelo di Cristo per rispondere “senza compromessi” alle offerte ecumeniche ingannevoli della Chiesa Cattolica. La risposta degli anglicani evangelici fu decisamente negativa, e molti non ebbero il coraggio di lasciare la propria denominazione affermando che, rimanendo al suo interno, avrebbero avuto maggiori possibilità di riformare la chiesa anglicana secondo le verità bibliche. Francis Shaeffer seppe simpatizzare con le idee del “dottore” il quale venne in seguito invitato a L’Abrì nel 1957.

Questa posizione di Lloyd-Jones decretò una perdita della sua influenza nelle “alte sfere” del mondo evangelico, ma la sua reputazione crebbe in altri luoghi grazie soprattutto ai suoi libri che venivano diffusi in tutto il mondo. La semplicità linguistica e il modo di essere diretto con coloro che lo leggevano procurò molti problemi agli editori, ma gli diede modo di raggiungere un vastissimo numero di persone, accademici e non.

Martyn Lloyd-Jones si ammalò nel 1968 e dato che il servizio di pastore alla Westminster Chapel stava diventando sempre più pesante, vide la malattia come un segno da parte di Dio che lo spingeva a ritirarsi. Dopo un periodo di ricovero in ospedale, partì per il Westminster Theological Seminary (Filadelfia, U.S.A.) tenendo una serie di lezioni sul significato della predicazione. Al suo ritorno, continuò ad essere invitato a predicare nelle chiese e alle conferenze. Dedicò il restante suo tempo alla correzione dei testi dei sermoni per la loro pubblicazione, conservando volontariamente ogni ripetizione in quanto sosteneva che le tecniche d’insegnamento utilizzate fossero più efficaci ed importanti di un stile linguistico scorrevole. I suoi sermoni sull’Epistola agli Efesini (contenuti in otto volumi), come la collana sull’Epistola ai Romani (composta finora di nove volumi), o libri come il Sermone sul Monte, Depressione Spirituale, Predicazioni e Predicatori e molti altri, ebbero un grande successo in tutto il mondo e sono tuttora ritenuti capolavori d’ispirazione e dell’arte oratoria.

Durante l’ultima parte della sua vita aiutò molti giovani pastori ad essere dei buoni predicatori della Bibbia, fornendo consigli utili per superare i loro primi ostacoli.

Nel 1979 la sua malattia lo portò a cancellare ogni impegno. L’anno seguente predicò ancora una volta, ma in giugno smise definitamente concludendo il suo mandato divino quindici anni più tardi di altri pastori suoi coetanei.

L’anno successivo rientrò in ospedale in gravi condizioni suggerendo ai medici di utilizzare su di lui una terapia moderna: la chemioterapia. Nel febbraio del 1981, il Dr. Lloyd-Jones disse alla sua famiglia di aver ormai assolto il compito della sua vita. Terminò la cura e chiese di non pregare più per la sua guarigione fisica. Morì in pace il 1 marzo 1981, di domenica.

Al funerale, che si svolse a Newcastle Emlyn nella chiesa dove suo suocero Evan Phillips predicò durante il risveglio spirituale del 1904, parteciparono più di 1.200 persone. Il mese successivo si tenne a Londra un incontro in memoria di quest’uomo di Dio a cui parteciparono 3.500 persone. Le parole che fece scrivere sulla sua tomba simboleggiano lo scopo per cui aveva vissuto: “Poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso”, 1 Corinzi 2:2.

Informazioni aggiuntive

Peso 0,264 kg
Dimensioni 21 × 15 × 1,0 cm
Pagine

168

Anno di pubblicazione

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